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7 marzo 1785: nasce a Milano Alessandro Manzoni, il padre dei “Promessi Sposi”

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7 marzo 1785: nasce a Milano Alessandro Manzoni, uno dei più grandi scrittori italiani

Il 7 marzo 1785 nacque a Milano il grande Alessandro Manzoni.
Manzoni non nacque in una famiglia qualunque. Infatti, sua madre, Giulia Beccaria, era la figlia del grande intellettuale illuminista Cesare Beccaria, autore dell’opera “Dei delitti e delle pene”. Suo padre, invece, Pietro Manzoni, era un nobile milanese.
Quando Alessandro aveva sette anni, la madre si separò dal padre e lasciò Milano per raggiungere a Parigi l’amante Carlo Imbonati. Così il padre mandò il piccolo Alessandro a studiare in collegi religiosi, ma con scarsi risultati. Anche se il talento era già tangibile, Manzoni era svogliato ed era in continua polemica con l’ambiente clericale.
All’età di vent’anni, nel 1805, Alessandro raggiunse la madre a Parigi. La donna lo introdusse nei raffinati circoli intellettuali francesi che diedero al giovane l’opportunità di approfondire la sua conoscenza del classicismo.
Rientrato a Milano nel 1807, incontra e si innamora di Enrichetta Blondel, una ragazza di umili origini e di religione calvinista che sposò nel 1808. Lo stesso anno i due ebbero una bambina, la prima di dieci figli. Il matrimonio con Enrichetta spinse Manzoni ad abbracciare la fede cristiana, abbandonando l’atteggiamento polemico che lo aveva accompagnato in gioventù.
Mel 1812 lo scrittore inizia a comporre i primi quattro“Inni Sacri”, che verranno poi pubblicati nel 1815. L’anno seguente inizia la stesura dell’opera “Il Conte di Carmagnola”.
Nonostante i vari lutti che colpirono la sua famiglia, in questi anni raggiunse il suo periodo più prolifico con la scrittura di opere come “La Pentecoste”, le “Osservazioni sulla morale cattolica”, la tragedia“L’Adelchi”, le odi “Marzo 1821”, il “Cinque Maggio”, in omaggio a Napoleone, le “Postille al vocabolario della crusca” ed iniziò la stesura di “Fermo e Lucia”, uscito poi nel 1827 con il titolo “I Promessi Sposi”.
Per scrivere la storia dei giovani Renzo Tramaglino Lucia Mondella, il Manzoni impiegò oltre vent’anni, dalla prima stesura dell’opera colo nome di “Fermo e Lucia” del 1821 alla versione definitiva del 1842.
Il lungo lavoro di scrittura del romanzo è stato dovuto alla revisione linguistica da parte di Manzoni, che aveva come obiettivo quello di dare al testo un respiro nazionale, utilizzando la “lingua viva”, ovvero quella parlata dai ceti colti della Toscana contemporanea. Proprio per questo motivo, nel 1827, lo scrittore si recò a Firenze per “risciacquare i panni in Arno”.
Nel 1833 la morte di sua moglie gettò Manzoni nello sconforto. Lo scrittore soffriva già di balbuzie e nel corso della vita è spesso stato accompagnato da depressione e attacchi di panico. Nel 1837, però, si risposò con Teresa Borri. La tranquillità familiare venne minata dall’arresto, nel 1848, del figlio Filippo. In questa occasione, Manzoni scrisse l’appello dei milanesi a Carlo Alberto.
Tra il 1852 e il 1856 si trasferì in Toscana e, nel frattempo, la sua fama di letterato si andò consolidando sempre più.
Nel 1860 venne nominato Senatore del Regno d’Italia,ma l’anno dopo perse anche la seconda moglie.
Due anni più tardi, nel 1862, Manzoni viene incaricato di prendere parte alla Commissione per l’unificazione della lingua italiana e, nel 1868, presentò la relazione “Dell’unità della lingua e i mezzi per diffonderla”.
Morì nella sua Milano il 22 maggio 1873 a seguito di una meningite provocata da un trauma cranico riportato nel mese di gennaio, quando lo scrittore cadde all’uscita della Chiesa di San Fedele e sbattè violentemente la testa contro uno scalino.
Le più grandi autorità dell’epoca parteciparono ai funerali dell’uomo che è considerato uno dei padri della lingua italiana.
(Foto tratta da eccolecco.it)

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