Territorio

La leggenda della porta dell’inferno di Amendola a Milano

229[slcs-button]

Conoscete la leggenda della porta dell’inferno di Amendola a Milano? Ecco tutti i dettagli di una delle più macabre storie del capoluogo meneghino.

La porta dell’inferno di Amendola a Milano

Cominciò tutto negli anni Sessanta, in pieno boom economico. Durante gli scavi della prima linea della metropolitana milanese viene alla luce qualcosa di veramente singolare. In particolare, ci troviamo ad Amendola Fiera. Qui un operaio addetto agli scavi, un certo Torriani, scopre una misteriosa porticina di piccole dimensioni.

Si cominciano a ipotizzare teorie, ma la più quotata era proprio questa, la porta dell’inferno. Le voci si diffondono, la diceria provoca un tale scalpore da diventare di dominio pubblico, e gli operai iniziano a sentirsi terrorizzati all’idea di continuare i lavori in un luogo tanto spaventoso.

Tranquilli!

State già pensando a delle alternative per coprire il tragitto casa-lavoro senza utilizzare la metropolitana? In realtà non c’è bisogno di preoccuparsi, perché quella che abbiamo appena raccontato è solo la trama di un’opera di Dino Buzzati, autore di romanzi e giornalista per il Corriere della Sera. L’autore, ispirato da una visita (questa sì, avvenuta veramente) agli scavi dell’M1, decide di scrivere questa storia.

Un Dante moderno

In Viaggio agli inferni del secolo, Buzzati propone una sua personale interpretazione dell’inferno. Una volta varcata la soglia di quella porticina, l’autore scoprirà negli inferi un mondo identico al nostro. Palazzi altissimi, cartelloni pubblicitari e fiumane di gente che camminano sotto un grigio cielo di città. Una visione pessimistica e cupa quella che Buzzati ha di Milano, che diventa una fredda metropoli di cemento.

Buzzati si propone in questo modo come un Dante del XX secolo. Ovviamente, sono molti i parallelismi con il viaggio del poeta fiorentino tra i gironi peggiori dell’inferno. Grottesco e angosciante, il racconto uscì a puntate sul Corriere della Sera nel 1964. Due anni dopo, nel 1966, venne nuovamente pubblicato nella raccolta Il colombre e altri cinquanta racconti.

Tra finzione e realtà

L’M1, viene ufficialmente inaugurata il primo novembre del 1964, collegando la fermata di Sesto Marelli a Lotto. Come si è già detto, Buzzati lavorava realmente presso un giornale, il Corriere della Sera, e visitò gli scavi dell’M1. Ovviamente, è impossibile che il giorno 37 aprile dello stesso anno il direttore del suo giornale gli abbia chiesto di indagare su una fantomatica porta dell’inferno in piena città.

È dunque tutta un’invenzione, attraverso cui l’autore chiaramente vuole far trapelare una critica alla società di consumo. Buzzati dipinge questo mondo freddo e distaccato, abitato da persone pallide e grigie, senz’anima. Gli abitanti di questa metropoli sono come isolati dal resto del mondo, senza la possibilità di vedere i monti o il mare.

Volete saperne di più sulla porta dell’inferno di Amendola a Milano? È possibile acquistare Viaggio agli inferni del secolo su Mondadori.it.

229[slcs-button]

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

229[slcs-button] 229[slcs-button] Back to top button