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Prostitute Milano: la maggior parte si trovano qui!

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Che quello della prostituta sia il mestiere più antico del modo è un fatto risaputo, tanto da diventare un’ovvietà.

Altrettanto palese è il degrado urbano che lega le professioniste del sesso a pagamento e le strade che diventano il loro luogo di lavoro. Un rapporto biunivoco che spinge i due fenomeni ad alimentarsi a vicenda.

Non vogliamo in questa sede addentrarci in spinosi discorsi morali sul diritto o meno di una donna a vendere il proprio corpo per denaro o dell’utenza maschile di usufruirne.

Diamo giusto per scontato che lo sfruttamento (e l’obbligo a prostituirsi a cui molte sono sottoposte) non possa che essere definiti un orrore.

Milano è la prima città italiana per numero di professioniste del sesso

Partiamo invece da un dato oggettivo: Milano è, secondo alcune stime, la prima città Italiana per numero di prostitute.

Questo poco lusinghiero primato non interessa ovviamente tutte le zone della città allo stesso modo. La diversa concentrazione e la distribuzione per “affinità di genere” con cui le professioniste sono distribuite sul territorio va a creare una sorta di cartina geografica del sesso a pagamento. A seconda dei gusti e delle disponibilità economiche il cliente saprà già dove recarsi: più o meno giovani, bianche, nere, asiatiche, transessuali.

Non volendo certo creare una guida per chi si approccia a questo tipo di svago, andremo solo ad esporre alcune realtà simbolo ben note a chi a Milano ci abita.

Sesso a pagamento per tutti i gusti

Dalla Stazione Centrale a via Porpora, passando per via Vitruvio e piazzale Loreto, è terreno fertile per chi ama le bellezze dell’est. Giovani ragazze dalla pelle chiara espongono i loro corpi per chi intende affittarli per qualche decina di euro.

Gli amanti del genere latino-americane facilmente conosceranno viale Giovanni da Cermenate e via Antonini. Se siete più intrigati dal fascino del misterioso oriente sarete più interessati alle ragazze orientali di via Mac Mahon e via Ripamonti.

Da viale Abruzzi a via Novara, passando per piazza Firenze, chi cerca qualcosa di più trasgressivo troverà transessuali e sud americani a battere le strade 24 ore su 24. Non solo viados ma anche signore più attempate invece su Viale Testi e viale Monza.

Solo alcuni esempi, per rendere l’idea di come il mercato sia organizzato e rigorosamente ripartito

Dalle strade alle case

La legge Merlin del 1958 sancisce l’abolizione delle case di piacere e vieta la regolamentazione della prostituzione. Questo però non solo non impedisce alle prostitute di ricevere in casa, ma non elimina affatto il problema. Spesso la prestazione viene offerta direttamente sulla strada, adagiati nel confort di un’auto parcheggiata o di un lampione, senza preoccuparsi di eventuali passanti.

Un giro di soldi da un centinaio di milioni di euro al mese, stimati ovviamente, trattandosi di attività illegali. Soldi che in larghissima parte finiscono nelle tasse della malavita organizzata e rappresentano la fine del sogno di ragazze che speravano di lasciare casa per migliorare la propria condizione.

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