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Galleria d’arte moderna a Milano: la rivoluzione del colore per i capolavori tra luci hi-tech e tinte ai muri

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Nuove luci che cambiano la percezione delle opere e degli spazi della Galleria d’arte moderna a Milano, si rinnova partendo dagli effetti cromatici

La Cenerentola trasformata

Fra i musei di Milano la Galleria d’arte moderna di via Palestro è sempre stata penalizzata da una collezione ottocentesca. Saranno stati i sacrifici patriottici, le fanciulle morenti o le storie moraleggianti. La Galleria possiede però un bellissimo giardino, sale con specchi dorati, lampadari di cristallo, tappezzerie di seta e affreschi che presentano le affascinanti storie principesche. Insomma, come la sorellastra tenuta in cucina, andava valorizzata con un bell’abito e scarpette di cristallo.

La trasformazione continua

Avviata da un paio d’anni, la sua trasformazione sta dando i suoi effetti. Si è iniziato con il restauro dei piani superiori, dove sono ospitate le collezioni Grassi e Vismara. In seguito si è passati al rinnovo del bar ristorante, del bookshop e per ultimo il riallestimento delle sale del Piano Nobile. A incentivare tale miglioramento ha giocato un ruolo importante l’aggiunta di 15 statue per un totale di 487 opere. Inoltre, si è curato il rifacimento di tutti i piedistalli con l’inserimento di un nuovo impianto di illuminazione e nuovi colori alle pareti. Il percorso ha finalmente perso quell’aria polverosa e ha assunto un ritmo più compatto.

La scelta del colore

I colori per le pareti sono stati scelti dalla palette della storica ditta inglese Farrow&Ball: un rosa cipria spento e un tenue grigio azzurro. I due colori pastello si alternano nell’infilata prospettica delle sale. La loro scelta è stata ben calibrata e ponderata per valorizzare stanze, quadri e statue. Ma il contributo imprescindibile è stato dato dal nuovo impianto di illuminazione che cambia la percezione delle opere e degli spazi. Il progetto illuminotecnico è della ditta Erco, la stessa che ha illuminato anche Brera, le Gallerie d’Italia, la Fondazione Prada.

Il risultato finale

L’effetto generale è molto raffinato. I colori scaldano gli ambienti secondo il decoro ottocentesco, ma le tonalità tenui riportano l’atmosfera a una sensibilità contemporanea. Cosa che non succede, invece, nella Pinacoteca di Brera dove si è optato per tinte sature e decise con un risultato molto british. Mentre la Gam sembra indossare le tinte cipria di Armani. Infine nel 2018 è stato previsto il rifacimento dello spazio della biglietteria e dell’accoglienza, ma nel frattempo è giusto godersi questo primo “rispolvero” sperando in un ulteriore miglioramento.

Info utili

Indirizzo: Villa Reale, via Palestro 16, 20121 – Milano

Sito web

credits: artribune

@Clelia Mumolo

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