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Campanile delle ore Milano: il primo orologio pubblico al mondo

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Il Campanile delle ore Milano, così venne soprannominata la torre della Chiesa del San Gottardo in Corte ospitante il primo orologio pubblico al mondo.

Il santuario e la torre campanaria, eretti su ordine di Azzone Visconti nel 1336 e dedicati al santo solitamente invocato per chiedere protezione da gotta e calcoli, hanno mantenuto negli anni il loro stile trecentesco. Soprattutto il campanile, caratterizzato da una pianta ottagonale e da facciate composte da mattoni rossi a vista fino alla cima ornata da colonne in marmo. Sarebbe tuttavia impossibile per i passanti alzare lo sguardo alle lancette dell’orologio. Questo è infatti composto solamente da un meccanismo in grado di scandire il passare delle ore tramite una campana che contava un rintocco la prima ora della notte, fino ai ventiquattro prima del tramonto.

Già da diversi secoli, dunque, Milano accoglie un’identità che la riconosce come capace di anticipare i tempi, rendendosi protagonista di progresso e avanguardia. È noto infatti come, soprattutto per i milanesi nella loro freneticità, il tempo sia denaro e la funzione di un così importante monumento non potè dunque che rivelarsi fondamentale. L’importanza e l’impatto sui cittadini del primo orologio pubblico fu tale da far sì che la zona circostante la Chiesa di San Gottardo in Corte venisse rinominata Contrada delle ore. La quotidianità dei milanesi iniziò già dalla prima metà del quattordicesimo secolo ad essere scandita dai rintocchi sicuri e invadenti dell’ormai familiare Campanile delle ore.

Tale realtà viene palesata da Galvano Fiamma, un frate domenicano che per primo la testimonia all’interno di una sua cronaca.

Viene addirittura narrata una disputa per la quale, non essendo appunto visibile un orologio, nel vero senso del termine, il primo orologio pubblico sarebbe in realtà stato quello comparso sul campanile della basilica di Sant’Eustorgio nel sedicesimo secolo. Caratteristica peculiare di tale meccanismo, sarebbe stata la sua delicatezza. Se il Campanile delle ore poteva contare sui rintocchi della sua campana, in questo caso, al contrario l’ingranaggio era talmente delicato da impedirne la presenza, dal momento in cui le vibrazioni causate dai rintocchi avrebbero certamente finito con il danneggiarlo in poco tempo.

Chiaro come nell’immaginario collettivo i rintocchi di una campana possano tranquillamente considerarsi molto più confortanti e di compagnia, al punto di dover, senza alcuna ulteriore incertezza, considerare quello di San Gottardo in Corte il primo orologio pubblico a tutti gli effetti. Ciò nonostante l’effettiva assenza di lancette e tutto ciò che sia necessario per potersi considerare di fronte ad un orologio in senso stretto.

Se vi trovate dunque immersi in una giornata di shopping folle lungo i negozi che imperversano per le vie circostanti il Duomo, da Corso Vittorio a Piazza San Babila, non mancate di fare un salto nella vicina Via Pecorari. A causa delle varie ristrutturazioni e modifiche la Chiesa del San Gottardo non avrà ormai più le sembianze dell’edificio voluto da Azzone Visconti ed architettato da Francesco Pecorari, ferma restando la presenza degli straordinari affreschi che la decorano. Ma nell’alzare lo sguardo al cielo, cercando la sommità di questa opera d’arte che è il Campanile delle ore, provate ad immaginare la sensazione che potevano provare i milanesi più di seicento secoli fa nell’udire i rintocchi della campana il cui scopo, ancora prima di scandire le ore, era quello, nobilissimo, di ricordarci come sia necessario rendere unico ogni momento che viviamo. Solo così sarà impossibile dimenticare come ogni ora possa essere quella giusta per rendere Milano la città unica che tutt’oggi è.

Francesco Spano

(credit foto: nucius)

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