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Enrico Forlanini: a lui è dedicato l’aeroporto di Linate, ma perchè?

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Ma, chi era costui?

Enrico Forlanini nacque a Milano il 13 dicembre 1848 in una famiglia in cui si respirava un clima favorevole alla scienza ed alla tecnica. In questo clima, ed al Politecnico di Milano, si formò il nostro personaggio. A lui è stato intitolato l’aeroporto milanese in quanto ebbe un ruolo molto importante per la nascita dell’aviazione in Italia. Fu inventore, tra l’altro, dello pneumotorace artificiale, un apparecchio ed un metodo di cura che furono molto importanti per la cura della tubercolosi.

La vita.

Nel 1874, Forlanini lasciò momentaneamente l’Esercito. Tornò a Milano per iscriversi al Regio Istituto Tecnico Superiore, dove nel 1875 si laureò in Ingegneria Industriale. Impegnato negli studi di ingegneria, Forlanini ha fatto un po’ fatica a coltivare i suoi interessi per il volo. Ma nel 1877 un’impresa avrebbe lasciato la sua traccia. Costruì infatti un modello di “elicottero” dotato di due eliche coassiali del diametro di 1,8 metri, del peso totale di circa 3,5 Kg. Era dotato di un leggero e potente motore a vapore che riuscì ad alzarsi da terra. Questa dimostrazione si limitò ad essere tale, ma Enrico Forlanini continuò i suoi studi, progettando motori a vapore leggeri. Nel frattempo aveva lasciato definitivamente l’Esercito. Aveva trovato impiego presso la “Società Anonima Forlivese per l’illuminazione a gas e per la fonderia di ferro” di Forlì. Lavorando presso questo stabilimento, introdusse vari macchinari innovativi, realizzando anche un originale generatore di acetilene. questo gas è usato per le lampade e per gli apparecchi di saldatura

Il clima pro sperimentazioni di volo.

In questo clima, Enrico Forlanini non seguì però le parole del suo vecchio maestro. Si dedicò a risolvere il problema di come renderle facilmente governabili. L’idea di dirigere il volo di un pallone era stata già proposta pochi anni dopo il volo dei fratelli Montgolfier.  Bisognò attendere la fine dell’800. In Italia, Forlanini, non fu il primo a realizzare dirigibili. La macchina da lui realizzata nel 1909 si dimostrò particolarmente corretta. Si trattava di un dirigibile del tipo semirigido, nel quale solo la lunga chiglia inferiore era costituita da una trave rigida di alluminio. Rinominato F.1, questo dirigibile era lungo circa 40 m ed era dotato di un motore da 40 CV. Forlanini lo pilotò personalmente, assieme al fedele collaboratore e amico Cesare Dal Fabbro. Con esso fece innumerevoli voli sopra la città. Il modello F.2, Città di Milano, che volò nell’agosto del 1913, era lungo 72 m e viaggiava a 70 km/h. La sua maggiore potenza non bastò comunque a scampare ad un violento temporale. Infatti nell’aprile 1914 lo fece precipitare vicino a Cantù, danneggiandolo seriamente.

Dopo l’incidente.

L’incidente non fermò l’entusiasmo di Forlanini. Fu probabilmente ispirato dalle nubi di guerra che si addensavano sull’Italia. Realizzò altri quattro modelli di dirigibili semirigidi, impiegati nel corso della Prima Guerra Mondiale con l’Esercito e la Marina. Con la fine delle guerra, ormai anziano, Enrico Forlanini tentò di lanciare anche in Italia l’utilizzo dei dirigibili per voli commerciali. Le ultime idee di Forlanini sui dirigibili, trovarono realizzazione l’anno successivo alla sua morte. Volò il modello Omnia Dir, sul quale una serie di “valvole a reazione” a poppa e a prua, emettevano dei potenti getti d’aria. In questo modo rendeva autonoma la manovra a terra del dirigibile.

Altri progetti di Forlanini.

Un’altro progetto di Forlanini ha avuto più fortuna, quello che lui chiamava “idrovolante”, chiamato poi “aliscafo”. Si tratta di una imbarcazione a motore dotata di superfici idrodinamiche immerse. Quando la velocità aumenta, si genera una spinta verso l’alto provocando il sollevamento dall’acqua dello scafo. Forlanini cominciò a lavorare a questa idea attorno al 1897, ma testò i primi prototipi a partire dal 1905. Realizzò poi una macchina di diimensioni discrete nel 1910. Essa fu a lungo usata con successo sul Lago Maggiore. Nella primavera del 1911, Forlanini ebbe come passeggero su uno dei suoi “idrovolanti” il celebre inventore americano del telefono, Alexander Graham Bell, allora in viaggio in Italia.

Epilogo

In conclusione un personaggio milanese di cui andare molto fieri, che ha ben meritato il suo nome su un aeroporto cittadino. Un vero pioniere del mezzo aereo, del quale già nel 1877 prediceva il futuro. Alcune sue parole sono incise in una targa commemorativa, visibile nell’atrio del Politecnico. “La macchina volante, a conti fatti, in un avvenire non lontanissimo farà forse una seria concorrenza alla ferrovia per quanto riguarda il servizio celere viaggiatori e per le poste.

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