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Cicco Simonetta a Milano, tra scandali e giochi di potere

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Non sono in molti a conoscere la storia di Cicco Simonetta a Milano . Scopriamo insieme gli intrighi di potere che portarono la stirpe dei Simonetta al potere nel ducato meneghino.

 

Angelo e Cicco Simonetta

L’origine della stirpe calabrese dei Simonetta risale ad Angelo Simonetta. La stirpe, che diventò ben presto una delle più distinte della regione, ebbe un ruolo di rilievo nell’amministrazione del Ducato di Milano. In particolare, sono profondi i legami con una delle famiglie meneghine per eccellenza, i leggendari Sforza.

Tutto cominciò nel 1418, quando la principessa calabrese Polissena Ruffo venne data in sposa al diciassettenne Francesco Sforza, futuro duca di Milano. La dote della giovanissima nobile comprendeva molti territori regionali, tra cui il principato di Rossano e Caccuri. Queste terre vennero affidate proprio ad Angelo Simonetta, che in seguito si recò a Milano con Francesco, dove rimarrà fino alla morte nel 1472.

A guidare la stirpe dopo la morte del capostipite fu il nipote di Angelo, Francesco Simonetta detto Cicco. Cicco Simonetta ricevette una formazione di alto livello presso i padri basiliani. Venne educato tra Caccuri, suo paese natale, e Napoli. Si laureò in utroque iure e imparò molte lingue tra cui lo spagnolo, il tedesco, il francese e il latino.

Cicco e gli Sforza

Come Angelo, Cicco ricoprirà un ruolo di primaria importanza a fianco degli Sforza. Tra 1418 e 1421 lo zio Angelo lo introduce all’ambiente insieme ai fratelli Andrea e Giovanni. Durante i primi anni di servizio non è chiaro quale ruolo ricopra il giovanissimo Cicco. È un periodo di continui cambiamenti, che portano il calabrese a seguire Francesco Sforza, che già dal 1924 diventa comandante delle milizie.

Ritroviamo Cicco nel 1935, come consigliere del duca d’Angiò, durante le guerre di successione nel Ducato di Napoli. I rapporti con gli angioini rimarranno intatti anche negli anni seguenti, quando Cicco tornerà al servizio diretto di Francesco Sforza, prima nelle Marche e in seguito durante la guerra lombardo-veneta tra Milano e Venezia.

In questi anni Cicco riceverà la cittadinanza onoraria prima a Novara nel 1456 e in seguito anche a Parma e Lodi. Nel 1450 Francesco Sforza entra trionfalmente a Milano. Al servizio del neo-eletto duca di Milano giunsero in questo periodo molti Simonetta, che ottennero automaticamente la cittadinanza milanese.

Cicco Simonetta a Milano viene nominato Cavaliere aurato e segretario del duca. Inoltre, il Simonetta venne incaricato della gestione della Cancelleria ducale per trent’anni.

Sotto Galeazzo Maria Sforza

Nel 1466 muore Francesco, e Cicco diviene ministro del nuovo duca Galeazzo Maria Sforza. È un periodo di relativa pace per il Ducato di Milano, e il Simonetta si occuperà di questioni diplomatiche. Stringe rapporti con Firenze, Roma e gli aragonesi. Nel 1474 ormai Galeazzo Maria è gravemente malato, e nomina Cicco tutore dei suoi figli.

Dopo che questi venne assassinato, Cicco fu nominato consigliere e primo ministro della moglie Bona di Savoia. Secondo alcune voci dell’epoca, durante la reggenza della donna i due sarebbero stati anche amanti. L’influente posizione del Simonetta gli permette di fatto di governare il Ducato di Milano, lasciando alla duchessa solo i compiti secondari.

Dai milanesi, le ingerenze della famiglia calabrese non sono viste di buon occhio. Comincia a farsi strada il giovane Ludovico il Moro, che con astuzia riesce a destituire il Simonetta dal suo ruolo. In seguito, Bona di Savoia venne estromessa dalla reggenza, sostituita da Ludovico. Cicco venne decapitato per ordine del Moro nel 1480.

Oggi la graziosa Villa Simonetta (in foto), situata in via Stilicone 36 a Milano, ospita la prestigiosa Scuola di Musica Claudio Abbado.

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