Città leggendaria: draghi, lupi e fantasmi a Milano, una storia di misteri
Vi siete mai chiesti se a Milano sono mai esistite delle creature fantastiche? Oggi parleremo di draghi, lupi e fantasmi a Milano.
Le creature mitologiche e fantastiche sono sempre state oggetto di curiosità da parte di tutti. I draghi, lupi e fantasmi a Milano sono il punto centrale. Ma andiamo per ordine.
I draghi a Milano.
Chissà se draghi, lupi e fantasmi a Milano siano mai esistiti. Sicuramente fu inventata una storia riguardante un drago a Milano. Il tutto avvenne fuori Porta Orientale (oggi Venezia), nella zona dove poi sorsero i Giardini Pubblici. La zona era particolarmente ricca di vegetazione, c’era questo drago che non uccideva i viandanti, ma inquinava l’aria con il suo fiato pestilenziale. Si diceva che il suo fiato provocava la morte degli abitanti dei quartieri vicini. Fu così che il coraggioso Uberto Visconti si fece avanti per sconfiggere il drago. Nessuno seppe mai come e quando avvenne questo incontro. Si sa solo che la storia fu tramandata dai frati domenicani, in debito con i Visconti. Pare che nel corso degli anni, sia risultato che il drago possa essere sepolto nel Mausoleo Trivulzio a Porta Romana. Probabilmente i resti in questione, potrebbero essere di qualche dinosauro che visse a Milano milioni di anni fa.
I lupi in Lombardia.
Gli Angeli e i Santi, posti a protezione delle mura e delle porte di Milano hanno dovuto lavorare parecchio. Dove riuscirono meglio nel loro compito, fu nella protezione dalle insidie della Natura. Il drago di Porta Venezia fece morire centinaia di persone con il suo fiato pestilenziale. L’opera dei protettori fu ancora più meritoria se pensiamo a com’era il territorio che circonda la città sino a due secoli fa. Era infestato da banditi e da un’altra razza dimenticata di predatori: i lupi. La battaglia contro i lupi fu piuttosto dura e impensierì più volte le autorità laiche e religiose. Raramente però nei secoli passati i lupi hanno portato la loro minaccia alle porte di Milano. Spadroneggiavano senza infastidire molto l’altro e più forte predatore: l’uomo. Soltanto nei periodi di carestia le due specie venivano allo scontro, ed era in genere il lupo che attaccava. I lupi attaccano l’uomo soprattutto in momenti di grave carestia. I casi più drammatici, quelli del 1765-67, ebbero come protagonisti dei lupi idrofobi. I danni più rilevanti furono causati dalla malattia contratta dai morsi del lupo più che dai morsi stessi.
La bestia feroce
Non solo draghi, lupi e fantasmi a Milano. Dal 5 luglio al 2 settembre 1792, un animale dall’aspetto pauroso e vagamente somigliante ad un lupo uccise quattro ragazzi e sei ragazze. Erano tutti compresi tra i 6 e i 13 anni e in più ferì gravemente un’altra ragazza e assalì alcune persone adulte. Non era un periodo di carestia, né l’animale era idrofobo. Forse non era nemmeno un lupo. La storia, curiosa e inquietante, ci è stata fortunatamente raccontata con dovizia di particolari dall’anonimo estensore del Giornale circostanziato pubblicato a Milano nello stesso anno. Tutto cominciò quando Giuseppe Antonio Gaudenzio, un bambino di 10 anni venne mandato dal padre di notte nel bosco. Non tornò più a casa e dopo qualche giorno si trovarono dei vestiti stracciati e “avanzi del corpo di un fanciullo divorato”. Si incolparono i lupi e si pensò che il bambino, stanco, fosse stato assalito mentre dormiva. Pochi giorni dopo però, il 9 luglio, un gruppo di ragazzi di Limbiate viene assalito da una brutta bestia. Si disse fosse simile a un grosso cane, ma dall’orribile aspetto e di strana forma”.
La caccia alla bestia continua.
I draghi, lupi e fantasmi a Milano non erano l’unico pericolo. Come detto sopra la bestia feroce non stava avendo pietà. Tutti i bambini erano tenuti chiusi in casa. La caccia generale, organizzata da varie città e paesi della zona ad ovest di Milano, non diede alcun esito. La strage della bestia feroce continuava senza sosta in tutta la provincia di Milano. La strage continuò fino al 13 settembre, quando un lupo cadde in una delle trappole messe dai cittadini nei vari comuni. I contadini, sentendolo urlare, lo colpirono con sassi e pertiche e poi lo impiccarono con un cappio. Iniziò un processo formale di riconoscimento con molti testimoni chiamati a osservare l’animale per capire se era veramente quello visto. Il 4 ottobre venne stilata una Relazione che ammise l’identità del lupo con la Bestia feroce, ma con molte riserve.
I fantasmi a Milano.
Sebbene la città fosse considerata impenetrabile, draghi, lupi e fantasmi a Milano sono stati più che presenti. La più antica storia di fantasmi, tra le poche che sono state raccolte, risale alla seconda metà del XIV secolo. La storia riguarda Bernarda, figlia naturale di Bernabò Visconti. Rinchiusa nella Rocchetta di Porta Nuova per adulterio, Bernarda morì dopo pochi mesi. Riapparve più volte come fantasma, prima a Bologna e poi nel chiostro di S. Radegonda a Milano. Il padre, da buon milanese, pensò più semplicemente che fosse riuscita a fuggire. Fece riesumare il cadavere e svolse accurate indagini, ma il mistero rimase. Nel Seicento i fantasmi si presentano come scheletri. Si divertono a disegnare ogni loro parte sulle panche impolverate della chiesa. Il modo per eliminare questa invasione sono le messe solenni di suffragio.
Il fantasma di Carlo Sala.
Neanche un milione di messe di suffragio avrebbe potuto far sparire il fantasma di Carlo Sala dai dintorni del suo luogo di sepoltura, oggi piazza Aquileia. Carlo Sala era stato giustiziato in corso di Porta Tosa (oggi Verziere) il 25 novembre 1775 come ladro sacrilego. Aveva spogliato 38 chiese nelle campagne del Milanese. Poiché in punto di morte non aveva voluto dar segni di pentimento, venne sepolto in luogo sconsacrato. La ferma resistenza opposta dal condannato alla conversione e all’assunzione dei Sacramenti fece grande scalpore. Tranne alcuni rari miscredenti, tutti pensarono che la sua anima sarebbe stata certamente dannata. Per questo quel luogo per molto tempo fu ritenuto infestato dal suo spettro. L’avanzata di case e strade nella zona ha cancellato anche il ricordo di questa paura.
Il fantasma di Tommaso Marino.
Ancora più gentile fu lo spirito di Tommaso Marino che offrì tre numeri da giocare al lotto al bisnonno dell’architetto Paolo Mezzanotte. I numeri erano comparsi in sogno sotto la cornice dell’antico ritratto che era nella sagrestia di S. Marco. Non essendo certo di averli letti bene, andò due giorni dopo a controllare e, sollevando la cornice, lesse chiaramente: 62-44-56. Purtroppo, dopo averli giocati per due sabati, non riuscì a giocarli per la terza volta quando naturalmente uscirono.
Il fantasma del parco.
Infine, l’ultimo fantasma che godette di larga notorietà a è il Fantasma del Parco. Alla fine dell’Ottocento comparve più volte nei pressi del Parco Sempione, una dama velata che invitava con un cenno i giovani a seguirla per i viali del Parco. Dopo lunghi giri, li faceva entrare in una villa elegantemente arredata, ma deserta e completamente ricoperta di parati di velluto nero. Qui, dopo aver danzato al suono di una musica misteriosa, i malcapitati giovani avevano una sorpresa. Il volto della silenziosa signora, sotto il velo, aveva le fattezze di un macabro teschio. Dopo alcuni di questi “incontri ravvicinati”, furono organizzate diverse ricerche della misteriosa villa nel Parco, ma invano.