Piazza Vetra a Milano: da luogo di esecuzioni ai murales
Luogo storico per eccellenza, Piazza Vetra a Milano è stata scenario di diverse esecuzioni e assassinii, ma cosa rappresenta al giorno d’oggi?
Origini ed eventi
L’appellativo Piazza Vetra a Milano deriva dal nome del canale “vectra”, corso d’acqua in cui confluivano gli scarichi della città. Secondo altre fonti, invece, deriverebbe da “vetro”, in riferimento ai vetri usati dai conciatori per raschiare le pelli. Il luogo inizialmente fu utilizzato per le pubbliche esecuzioni delle condanne a morte. lo stesso Manzoni lo ricorda nello scritto sulla Colonna Infame sul caso Gian Giacomo Mora. Ma anche altri dati storici, che provengono dalle condanne a morte per stregoneria o dal caso di assassinio della prostituta Rosetta.
Dove si trova?
La piazza è situata nella zona inglobata nell’area del parco delle Basiliche. Ha da sempre assunto una veste polivalente e spesso contradditoria. Importante e ambigua la vicinanza ai due luoghi di culto: la Basilica di San Eustorgio e la Basilica di San Lorenzo Maggiore. Anticamente per accedere alla piazza si doveva attraversare il “Ponte della Morte“, che portava al patibolo che per più di 800 anni tolse la vita a migliaia di persone.
Una posizione ambigua
Quella che oggi è ufficialmente Piazza Vetra, era in origine uno slargo appena fuori le mura romane. Delimitato dalla chiesa di San Lorenzo e il canale detto Vepra. Nello slargo, la Vepra incontrava i fiumi Seveso e Nirone che provenivano da nord, i quali poi andavano a formare la Vettabbia. Dopo l’allargamento del circuito murario, voluto in questa parte della città dall’imperatore Massimiano, le acque furono deviate per costituire il fossato difensivo.
Con la successiva costruzione delle mura medievali, la piazza venne delimitata da queste e dal nuovo fossato. Abbattute le mura, lo slargo finì con l’essere delimitato dallo scorrere del naviglio interno, nel tratto detto del Molino delle Armi.
La storia
Fin dall’anno Mille lo slargo di Piazza Vetra fu eletto come luogo per i supplizi che precedevano o costituivano la pena capitale.
Solo agli inizi dell’Ottocento il luogo venne ricondotto ad un aspetto più cittadino. Si provvide innanzitutto a selciarlo e gli edifici vennero progettati per donargli una forma più regolare.
Nel 1860 nacque il famoso mercato coperto, realizzato in ferro e ghisa da Enrico Terzaghi. Con l’Unità d’Italia la Vetra guadagnò estensione, inglobando il ponte e la contrada del mercato, assumendo finalmente il toponimo di “piazza”.
Povertà e “vetraschi”
Nonostante queste migliorie, rimaneva una zona frequentata da gente povera, dedita a reati. Qui si trovavano i ladri e gli sfruttatori della prostituzione, oltre ai lavoratori che ammorbavano l’aria con la loro occupazione. Si trattava dei “vetraschi“, epiteto nato dal nome della piazza per i conciatori di pelli. I quali, sfruttavano le acque della Vepra per lavare e ammorbidire le pelli degli animali. in seguito le raschiavano con cocci di vetro e le stendevano infine al sole per l’asciugatura.
Dal Novecento ai giorni nostri
I primi risanamenti si ebbero con il Novecento. Nel 1935, venne designata, dopo le dovute demolizioni di caseggiati, la costruzione dell’ istituto dedicato a Carlo Cattaneo. Successivamente i bombardamenti angloamericani sconvolsero pesantemente la zona, che con il piano regolatore postbellico del 1953 fu definitivamente snaturata. Nel 1959, la situazione era ancora deprimente: interi blocchi di caseggiati si trovavano allo stato di rudere bombardato.
Dagli anni Sessanta, furono infine demoliti interi caseggiati e cancellate vie antichissime. Tra le quali citiamo: il vicolo dei Vetraschi e la parte terminale di via Pioppette. L’intera piazza fu da quel momento vincolata a verde pubblico.
Il colpo di grazia fu dato con la costruzione del Palazzo del Reggiori, inizialmente progettato per l’esattoria comunale. Peraltro tristemente famosa per l’assalto tentato dal bandito Vallanzasca.
Arrivando ai giorni nostri, è necessario ricordare che questa piazza fu teatro delle sparatorie avvenute di fronte all’Istituto Cattaneo negli anni ’70 e dello spaccio di eroina negli anni ’90. Adesso, l’area è stata rivalutata e i giardinetti riordinati, ma si respira ancora un’atmosfera lugubre. Da vedere in Piazza Vetra in realtà c’è poco, ma vale la pena farci un salto. Per girovagare nell parco e dare un’occhiata ai murales dipinti che raccontano la Storia di Milano attraverso i ritratti di importanti personaggi storici.
Tra gli eventi storici più eclatanti
Uno di questi è l’assassinio della prostituta Rosetta per mano di un cliente, a sua volta assassinato dalla mala milanese. Un altro aneddoto, è quello che ha come protagonisti Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora. Inoltre, le cronache cittadine parlano sempre della “Vedra” quando narrano di roghi di streghe, di impalamenti di eretici, di torture e impiccagioni. Molte storie negli anni hanno assunto tratti leggendari. Quanto c’è di vero è un mistero, meglio attenersi ai fatti storici e non romanzare più di tanto come si è fatto nei secoli a venire. Molte le filastrocche inventate su Piazza Vetra per spaventare i bambini e forse anche un po’ gli adulti.
credits: maart