Chi era Manfredo Settala, i viaggi, le scoperte e le meraviglie del Mediterraneo.
Manfredo Settala nacque l’8 marzo del 1600. Nell’adolescenza si recò in visita alla collezione d’arte dei Gonzaga, a Mantova. Li rimase colpito dal contenuto delle quattro stanze del palazzo Ducale. Erano state sistemate le più rare meraviglie che la natura avesse potuto offrire. Dopo gli studi di lettere, retorica e filosofia, si laureò in giurisprudenza nell’università di Pavia. Trasferitosi a Siena, iniziò ad interessarsi alla scienza e alla fisica. Deciso a scoprire l’Oriente, dovette faticare parecchio per convincere il padre Ludovico a concedergli risorse economiche. La situazione familiare non era delle più rosee ma era necessaria l’organizzazione per la spedizione
I viaggi.
Manfredo Settala riuscì comunque a portare a termine il suo sogno. Riuscì partire prima per la Sicilia, in compagnia del granduca di Toscana. Dall’isola si spostò poi a Costantinopoli, dove rimase circa un anno. Lì ottenne il permesso di spostarsi in Turchia. Poi andò a Cipro, nel periodo compreso tra il 1622 e il 1628. Al termine dell’avventura sbarcò a Livorno. Al rientro a Milano era carico di reperti naturalistici ed etnografici. Il 18 marzo 1628 ricevette il diaconato dal suo amico cardinale Federico Borromeo, sebbene intendesse comunque indirizzarsi alla carriera ecclesiastica.
La lontananza da Milano
Visse lontano da Milano, Manfredo Settala, ma continuò a condurre una vita mondana. Era sempre più esposto ai rischi della peste e delle scorribande dei lanzichenecchi. Il padre Ludovico gli rimproverava, di tanto in tanto, questacondotta immorale, come risulta dalle lettere tra i due. Nel 1630 il cardinale Borromeo gli concesse il canonicato della basilica di San Nazaro, sul corso di Porta Romana, a due passi dal palazzo paterno. Questa carica fu mantenuta per tutta la vita e che gli assicurerò una rendita economica modesta ma perpetua. Questa rendita fu in grado di lasciargli tutto il tempo necessario per potersi dedicare agli studi scientifici e naturalistici.
Il rientro a Milano
Manfredo Settala fece rientro a Milano una volta cessata la peste. Il terribile flagello, si era portato via nel 1633 il padre Ludovico, dal quale ereditò la collezione di famiglia.