Meneghini e Bauscia: ecco come vengono chiamati i milanesi
Perché i milanesi vengono chiamati meneghini e bauscia? Scopriamo insieme le origini di questi singolari appellativi!
I nomi con cui vengono chiamati gli abitanti di una città possono essere un’interessante chiave di lettura socioculturale. Emergono storie, leggende e racconti tramandati di padre in figlio, arrivati fino a noi e ormai diventati di dominio pubblico. È il caso di Milano e dei milanesi, detti anche meneghini e bauscia. Ma da dove derivano questi bizzarri epiteti?
Le origini di Meneghino
Questo nome identifica uno dei simboli per eccellenza della città di Milano. Nato nel XVII secolo come personaggio teatrale, Meneghino diventa in seguito una maschera della commedia dell’arte. Fu lo scrittore e commediografo italiano Carlo Maria Maggi a creare il personaggio popolare milanese.
La figura prese piede grazie a commedie come Il Manco Male, Il Barone di Birbanza, Il Falso Filosofo e I Consigli di Meneghino. Gli attori non potevano improvvisare, in quanto Maggi voleva che le opere fossero recitate esattamente come lui le aveva scritte.
Con l’avvento degli austriaci, il personaggio sembrò sparire dalle scene. Tuttavia, anche grazie alla ripresa del termine meneghino da parte di Domenico Balestrieri, l’uso della parola non si perse completamente. Tra i letterati del Settecento si cominciò a chiamare il dialetto milanese lengua meneghina, proprio su iniziativa dello stesso Balestrieri.
Meneghino nell’Ottocento
Nell’Ottocento, grazie a Carlo Porta ritorna il personaggio teatrale di Meneghino, che prende il nome di Domenichino Pettina (Meneghin Pecenna). Le interpretazioni più significative furono quelle di Gaetano Piomarta e Giuseppe Moncalvo. Quest’ultimo in particolare scappò di casa per diventare attore di teatro. Fu proprio lui a trasformare Meneghino in una maschera della commedia dell’arte, nel 1810 a Vercelli.
In realtà Meneghino non è proprio un esempio di buona condotta. Infatti, il suo personaggio è un servo goffo e che ha paura della sua ombra. Non ha spina dorsale e spesso viene raggirato da chi incrocia sulla sua strada. Tuttavia Meneghino possiede anche una caratteristica positiva, cioè la fedeltà al proprio padrone.
Baüscia
Il vocabolo dialettale baüscia indica prima di tutto bava, saliva. In ogni caso, il termine viene utilizzato in tutta la Lombardia con un altro significato, che deriverebbe in realtà dal primo. Bauscia infatti designa generalmente una persona piena di sé, un gradasso spaccone.
Il collegamento è semplice: quando si parla troppo si tende a perdere bava dalla bocca. In altre parole, chi si loda s’imbroda. Pare che in Brianza (soprattutto a Lissone) il termine bauscia fosse utilizzato per designare una particolare categoria di persone. Nel XX secolo i bauscia solevano disporsi presso le mura cittadine, in modo da accogliere turisti e forestieri. Li avrebbero aiutati a trovare ciò che cercavano in cambio di un lauto compenso economico.
Bauscia è un termine utilizzato principalmente nelle aree più industrializzate. Qui il suo significato assume un’ulteriore sfumatura. Con tale appellativo infatti ci si riferisce a quella figura che, all’interno di un’azienda, agisce senza avere la competenza necessaria. Inoltre indica l’industriale egocentrico e poco disposto ad ascoltare le opinioni altrui.
Gli interisti
E come si potrebbe dimenticare l’utilizzo di bauscia nel gergo sportivo? Ovviamente parliamo di Milan e Inter. Non tutti sanno che all’inizio del Novecento le tifoserie dei due prestigiosi club calcistici milanesi provenivano da ambienti socioculturali diversi e ben delineati.
I milanisti erano soprattutto proletari, e venivano scherniti dalla tifoseria rivale con l’appellativo di casciavit. Ovviamente, il cacciavite era uno degli utensili più usati nelle fabbriche, e rimandava all’origine popolare del proletariato. Gli interisti invece appartenevano perlopiù alla media borghesia. I milanisti gli diedero il soprannome di bauscia, rifacendosi al significato di cui abbiamo parlato in precedenza.
Chiara Savi