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San Raffaele di Milano, autotrapianto di isole del pancreas nel fegato insieme all’Ospedale di Brescia

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È stato portato a termine con successo il primo autotrapianto di isole del pancreas all’interno del fegato in Italia. al San Raffaele di Milano in collaborazione con l’ospedale di Brescia.

I medici sono riusciti a salvare il pancreas di un diciannovenne ricoverato in condizioni gravi reduce da un incidente motociclistico.  L’operazione è stata resa possibile dalla collaborazione tra due équipe mediche di Milano e Brescia.

La staffetta Milano – Brescia

Sono interamente lombardi i due team che hanno portato a termine la difficile operazione chirurgica, avvenuta tra Milano e Brescia. In particolare, i protagonisti dell’impresa sono gli esperti del Diabetes Research Institute-Dri San Raffaele di Milano, guidati dal professor Lorenzo Piemonti. I dottori milanesi hanno lavorato insieme al team della III Divisione di Chirurgia degli Spedali Civili di Brescia.

Quest’ultima è stata capitanata dal professore ordinario di Chirurgia generale dell’Università degli studi di Brescia Guido Alberto Massimo Tiberio. Si è trattato del primo caso italiano di autotrapianto di isole con isolamento in remoto.

Il rischio del diabete

L’incidente ha causato al giovane rimasto ferito una grave lacerazione del pancreas. Era necessaria l’asportazione dell’organo, troppo danneggiato per poter essere preservato nella sua forma originale. Nel pancreas si trova la maggior parte delle cellule che producono l’insulina. Perciò in casi come questi il rischio di contrarre il diabete aumenta del 10 – 20% nel breve periodo e di più del 50% sul lungo termine.

L’operazione

I medici hanno asportato una parte dell’organo e successivamente isolato le cellule produttrici di insulina. L’operazione di purificazione delle cellule beta ha occupato i medici per una notte intera. Il giorno successivo le cellule sono state trasferite a Brescia per la seconda parte della delicata procedura.

Tramite la vena porta, le cellule sono state immesse nel fegato. Dopo aver attecchito nel nuovo organo, le cellule riprendono a produrre insulina dopo qualche settimana. Tale operazione ha il compito di scongiurare il rischio del diabete. Dopo la pancreatectomia, il profilo glicemico del paziente è migliorato in sole 24 ore. In ottime condizioni, il giovane è stato dimesso dopo tre settimane.

Una combinazione unica

Il professor Piemonti ha spiegato che “fino ad ora sono stati descritti meno di dieci casi al mondo in cui è stato utilizzato questo approccio”. Ma ciò che rende unico questo tentativo è la combinazione di asportazione dell’organo e il successivo trapianto, avvenuti in due luoghi diversi.

(credit foto: gtp)

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