Conoscete la storia di porta Tosa a Milano? Scopriamo insieme uno dei misteri più osé della storia meneghina!
Anche la cara vecchia Milano sa essere irriverente. Ne è prova il singolare bassorilievo di porta Tosa a Milano. La scultura ritrae qualcosa che sicuramente non ci si aspetterebbe di vedere nella teca di un museo. Ma cominciamo dall’inizio. Secondo una leggenda metropolitana nella zona dell’attuale porta Vittoria un tempo sorgeva un’altra porta, demolita nel 1790.
Porta Tosa
Si tratta di Porta Tosa, una delle pusterle (così venivano chiamate le porte minori) delle antiche mura medievali della città. Un tempo corso di Porta Vittoria era noto con il nome di “Borgo di Porta Tonsa”. Tale nome deriverebbe dalla singolare scultura che decorava la parte superiore della porta che da questa zona si apriva verso Oriente.
L’irriverente scultura ritrae una donna a gambe divaricate, che si rade il pube con un rudimentale rasoio. Fino al 1848, il bassorilievo rimase nella zona di porta Vittoria. Oggi è conservato nel Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco.
Il significato
Molte persone si limitano a ritenere la donna di porta Tosa una figura oscena. In realtà, la provocatoria immagine ha un significato che va ben oltre la mera sessualità. Esistono varie ipotesi sull’origine della Tosa. Secondo alcuni il bassorilievo raffigurerebbe una pena inflitta a prostitute e adultere durante il periodo celtico. Infatti un tempo si credeva che le vulve rasate scacciassero il malocchio.
In alternativa, potrebbe trattarsi di un atto di ribellione risalente al 1162. In quel periodo Milano era sotto assedio, e le truppe di Federico Barbarossa sfiancavano le difese della città giorno dopo giorno. Serviva un diversivo. Nel tentativo di distrarre i soldati di Barbarossa una donna si affacciò da un balcone e cominciò a radersi il pube.
In realtà, l’ipotesi più plausibile è la terza. Dopo che Barbarossa rase al suolo Milano, i cittadini meneghini chiesero aiuto all’imperatrice di Costantinopoli, Leobissa. La donna si oppose e non contribuì alla ricostruzione della città. I milanesi per vendetta la schernirono con il bassorilievo di porta Tosa. Non a caso la porta si affacciava ad Oriente.
Chiara Savi